A scuola senza zaino

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Togliere lo zaino è  un gesto reale, infatti  gli studenti delle scuole sono dotati di una cartellina leggera per i compiti a casa, mentre le aule e i vari ambienti vengono arredati con mobilio funzionale e dotati di una grande varietà di strumenti didattici sia tattili che digitali. 

Ma togliere lo zaino ha anche un significato simbolico in quanto vengono realizzate  pratiche e  metodologie innovative in relazione a tre valori a cui ci si ispira: la responsabilità, la comunità e l’ospitalità.

Si tratta  di realizzare una scuola diversa da quella tradizionale che è normalmente  impostata sull’insegnamento trasmissivo e  standardizzato impartito nei tipici ambienti definiti cells & bells (celle e campanelle), unidimensionali, dove aule spoglie sono ammobiliate con le consuete file di banchi posti di fronte ad una cattedra, cui fanno da riscontro disadorni atri e vuoti spazi connettivi.

Se ci si fa caso si tratta di una questione planetaria. 

Infatti in molte parti del mondo gli studenti utilizzano lo zaino per  portare a scuola e riportare a casa il proprio materiale come libri, quaderni, penne, matite, gomme, forbici, squadre e righe, colori ecc. 

La cosa per la verità è un po’ strana. 

Nessuno si è mai domandato perché un qualsiasi lavoratore trova i propri strumenti del mestiere sul posto di lavoro al contrario degli studenti. 

In effetti lo zaino comunica un senso di precarietà e di inadeguatezza, non a caso è stato inventato – come si può facilmente leggere in un qualsiasi vocabolario – per gli alpinisti e per i soldati con il chiaro scopo di affrontare luoghi inospitali.

Rendere le scuole ospitali è, dunque, un impegno di cambiamento. 

E tuttavia l’ospitalità implica non solo costruire ambienti belli ed amichevoli, ma anche accogliere le diversità, far sì che ciascuno diventi responsabile per i propri e gli altrui talenti, originalità, bisogni e in generale per il percorso di crescita e di apprendimento. 

Inoltre bisogna riflettere sul fatto che conoscere il mondo significa renderlo a noi comprensibile, trasformarlo, umanizzarlo per farlo diventare, appunto, ospitale. 

La responsabilità e l’ospitalità, infine, si aprono alla costruzione della scuola come comunità, luogo di condivisione, di cooperazione e co – costruzione del sapere.